Un ballo in onore di Shiva

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Non si donano mimose, niente pasticcerie che esplodono di squisiti manicaretti dalle forme e sapori più afrodisiaci, nessuna offerta di streap-tease nei locali, nessuna costosissima cena a lume di candela...

Non si donano mimose, niente pasticcerie che esplodono di squisiti manicaretti dalle forme e sapori più afrodisiaci, nessuna offerta di streap-tease nei locali, nessuna costosissima cena a lume di candele per celebrare la festa della donna.
In India, precisamente nel Rajhastan, le usanze sono ben altre; comincio dal correggermi precisando che ad essere “glorificata” non è l’estesa categoria delle donne, bensì, l’ancor più estesa casta delle mogli.
Un simposio in piena regola, se si considera che la sua durata è di circa quindici giorni nel mese del Chaitra (a cavallo tra marzo & aprile).
Quest’importante festival prende il nome di Gangaur, che nel gergo del pantheon indiano corrisponde ai nomi delle divinità più importanti: Gan (Shiva) e Gauri (Parvati), sua consorte: in onore di entrambi si svolge questo particolarissimo rito.
Shiva simboleggia il primo degli asceti, il predicatore di anime, ma allo stesso tempo il tentatore di queste, è ricordato per l’infanticidio del figlio e per averlo resuscitato poco dopo; Dio della dualità, dell’ambiguo. L’animale in cui è incarnato è il toro, a seconda del culto in cui viene adorato può assumere un colore bianco o grigio, mentre il collo blu ricorda la storia del veleno che bevve per evitare la distruzione umana.
In ambasciata incontro Brian che mi spiega – “Shiva è solo uno dei tanti nomi affibbiati a questa divinità, è come storpiare un nome qui da voi, da Stefano si può arrivare ad essere chiamati Stefy, Ste, Stefà: lo stesso facciamo noi con i nostri Dei che ci accompagnano quotidianamente.”
Mi chiarisce inoltre che più di un banchetto per onorare la padrona della casa si tratta di una vera e propria vetrina per le giovani vergini, di un’occasione per ingraziarsi la buona sorte.
“Si vestono di colori sgargianti, si dipingono mani e piedi con henne, nelle loro case le vergini adorano le divinità per avere la loro benedizione, mentre le donne già sposate pregano affinché non manchino mai salute e longevità ai loro mariti, in chiusura di festival si immergono le statuette degli Dei negli stagni e nei laghi vicini, si assiste a fastosi spettacoli come processioni di elefanti adagiati su portantine, carri, il tutto accompagnato da canti e balli.”
Speravo che anche Brian avesse trovato moglie grazie a questa festa tradizionale; lui invece l’ha incontrata al college.
Mi promette però che mi chiamerà non appena gli verrà in mente di qualche suo familiare che, senza dubbio, mi rassicura, si è innamorato di sua moglie vedendola danzare in onore di Shiva.

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