Angio Zane, dai “Topi di cineteca” ai Caroselli

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Angio Zane è un regista di documentari e lungometraggi, fondatore del marchio Onda Video, presente al cinema dal 1947, in televisione dal 1955 e in video dal 1982.

Angio Zane è un regista di documentari e lungometraggi, fondatore del marchio Onda Video, presente al cinema dal 1947, in televisione dal 1955 e in video dal 1982. Realizza filmati da sessant’anni ed ha sperimentato molteplici generi: da quello storico (sulla ‘Resistenza’ per esempio) e monografico (la ‘Dannunziana’, serie di 4 documentari sugli scritti poetici, la vita e la residenza Il Vittoriale di Gabriele D’Annunzio), a quello didattico (‘Vele e motori’, ‘Uomini e ambienti’, ‘Rime e costumi’, ‘Inglese per ragazzi’, ‘Guida sicura’), per approdare alle fiction televisive e ai lungometraggi (tra tutti ‘Brigliadoro’, acquistato dalla RAI e andato in onda a puntate). Dall’amore per il cinema Angio Zane ha tratto l’ispirazione per realizzare perfino un Museo Del Cinema (il ‘Museo Audiovisivo Gardesano’) che ha sede nella sua residenza a Salò, sul Lago di Garda, meta di visitatori da tutta la penisola.

Come preferisce definirsi un cinefilo come te, e soprattutto un appassionato regista, che ha sperimentato tutti i campi possibili del settore?
Regista di documentari e lungometraggi innanzitutto. Ho realizzato documentari e lungometraggi per ragazzi, la serie dannunziana della quale vado estremamente fiero (costituita da quattro documentari, ricostruiti, guidati dalla voce fuori campo di uno speaker) per la quale sono stato aiutato proprio dall’architetto di D’Annunzio. Tra i lungometraggi ne ho girato uno in Spagna, per il quale Vittorio Gassman ha fatto da speaker, o ‘Brigliadoro’ per esempio, una storia di due ragazzi ed un cavallo, acquistato dalla RAI.

La decisione di intraprendere delle riprese nasceva e nasce dalla tua iniziativa o le regie ti vengono affidate da altri? E quindi, rischi anche economicamente in prima persona e solo poi cerchi di vendere ciò che hai prodotto?
Entrambe le cose. All’inizio dell’attività facevo interviste a personaggi tipici per esempio, i documentari nascevano in séguito alla domanda del mercato e per un motivo finanziario: si vendeva per il cinematografo all’esercente, poi alla televisione (all’epoca del cinematografo i documentari erano un complemento dello spettacolo, andavano in onda filmati da 10 minuti circa con l’intento di creare un diversivo per lo spettatore). Il lavoro per i documentari si faceva con le troupe: giravamo una serie di documentari prodotti di nostra iniziativa, sulla base di quello che era gradito al pubblico e alla televisione ovviamente, e le vendevamo.

Scrivi tu le sceneggiature, i testi delle regie?
Sì, certo.

E in quale periodo è iniziata la tua attività?
La stagione dei documentari è iniziata con i caroselli, quindi parliamo degli anni che vanno dal ’50 al ’65. Venivano proiettati filmati di un minuto, un minuto e mezzo. Abbiamo lavorato per 12 anni con i caroselli (dal ’60 al ’75) e nostro, per esempio, è lo slogan del Negroni ‘le stelle sono tante, milioni di milioni…!’

Stai lavorando ad un documentario adesso?
Sì, ne sto girando uno sulla storia della Gardesana (la strada che porta da Salò al Lago di Garda). Il committente è l’editore di un libro. Questa strada è molto nota perché attraversa un territorio particolare, dai nomi insoliti e mitici, dei quali si è sempre saputo molto poco.

Hai mai partecipato a qualche festival o vinto dei premi?
Sì, al Festival del Cinema di Venezia sono stato invitato molte volte in occasione delle rassegne dei film per ragazzi; ne abbiamo fatto un archivio etnografico dei filmati girati. Il mio lavoro è iniziato all’epoca del cinematografo, poi si è passati al VHS e da quel momento ho realizzato documentari per le scuole ed anche corsi per le autoscuole, finalizzati all’apprendimento della guida dell’automobile. Questi vecchi VHS li abbiamo poi restaurati e riversati su DVD. Riguardo ai premi sì, ne abbiamo vinti… ma il vero premio era il mercato, il favore del pubblico, non tanto il premio in sé.

C’è un personaggio con cui hai lavorato che ricordi particolarmente? Anche famoso per esempio, visto che citavi Gassman…
Eravamo famosi noi! Come dicevo ci richiedevano a gran voce anche a Venezia.

E riguardo al tuo Museo del Cinema, com’è nata l’idea?
L’idea mi è venuta perché ero appassionato ai vecchi film muti, così ho pensato ad una ‘Antologia del vecchio cinema europeo’, che è anche il nome della prima collana di film classici in VHS che ho restaurato, con l’aiuto di Louis Bertoni e Attilio Vassallo tra gli altri. Avendo la disponibilità dei nostri ex teatri di posa Ondastudios, abbiamo pensato di realizzare lì il Museo Audiovisivo Gardesano. C’erano già locali attrezzati, apparecchi restaurati esposti ed illustrati con l’ausilio di foto e tavole provenienti dai beni strumentali e d’archivio di Ondafilm e Ondastudios, che per mezzo secolo hanno realizzato sul Garda film, video-TV, documentari e caroselli. Le visite didattiche vengono condotte su due percorsi multimediali (guide assistite e stazioni audio visuali), procedendo all’esemplificazione d’impiego di quegli strumenti realizzativi, e con l’ausilio del copioso archivio multimediale (biblio, film, video, foto).

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