Ore diciotto coprifuoco

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Questa è la conversazione avvenuta tra un bucatino, un romeno e un barista davanti al bancone di quest’ultimo.

Questa è la conversazione avvenuta tra un bucatino, un romeno e un barista davanti al bancone di quest’ultimo. L’ora della discussione è circa le dieci e venti e la giornata è buona, davvero poche nuvole.
– Allora vedo questi sei che scendono… sono scesi da una macchina davanti al bar… hai presente il bar no… quegli altri stavano fuori già da un pezzo… Mettimene un altro po’… che cavolo, che pensi che non te lo pago? Dai aggiungi, aggiungi barista taccagno…
– Ma a te chi l’ha detto?- Chiede il romeno. Il barista intanto riempie il bicchiere fino all’orlo di amaro al bucatino.
– Stavo alla stazione, aspettavo l’autobus per Campagnano. Mi sono dovuto dare pure io… questi insomma scendono dalla macchina con un paio di canne innocenti e iniziano a correre dietro a quei sei davanti al bar. C’era gente che correva in tutte le direzioni…
– E allora?
– E allora io ho visto che per primo hanno pestato uno addosso al muro della circoscrizione. C’era uno che gli ha bucato le guance al poveretto con un chiodo… Madonna gli usciva la saliva dagli zigomi.
Il bucatino si ferma e tira un altro sorso dal bicchiere. Poi continua a guardare il barista.
– Allora poi esce quella coppia di cui hanno parlato sui giornali.
– Moglie e marito.- Fa il barista.
– Proprio così… moglie e marito. Erano andati a comprare le sigarette. A lui l’hanno spaccato di botte ai fianchi…bom, bom… quello urlava…La donna invece l’hanno presa piena con un paio di calci volanti alla pancia e quella dalla paura e dalle botte è svenuta.
– Ma è vero che erano le diciotto?- Fa il romeno.
Il bucatino annuisce e il barista sbotta a ridere; poi fa:
– Ma che cazzo dici? Che cazzo dici… ne dici tu di cazzate… ma chissà dove cavolo stavi a quell’ora.
– Non mi credi eh… non mi credi?
– Certo che non ti credo… ma che ti devo dire.
– Allora versamene un altro. Barista…
– A me hanno detto che è stata gente che non era di qui…- Fa il romeno.
Il bucatino finisce di guardare il barista che versa l’amaro. Poi il barista fa:
– E certo… ma secondo te da dove venivano… da Napoli… guarda che sotto c’era un giro di puttane. Lo sanno tutti.
– Quello lo so, lo…
Il bucatino però lo interrompe e continua il suo racconto:
– Io a quel punto mi sono cacato sotto. Quella era gente che non scherzava. Allora mi sono messo ben schiacciato insieme a un altro paio di persone dietro un pino… Allora ti vedo questo Angelo che scappa… due lo inseguono. Uno di questi due tira un tubo innocente per terra e lo fa inciampare proprio all’inizio della salita. Gli sono saltati addosso…davanti a una macchina con a bordo un uomo e una bambina mi spiego…
– Mamma mia…- Fa il barista.
Il bucatino lo guarda e manda giù uno gnocco di saliva e continua:
– Gli hanno aperto il cranio dalle sprangate… quello se si salva è un miracolo (morirà sei giorni dopo in ospedale a causa di gravi lesioni celebrali).
Nel bar non entra nessuno per fare colazione. Solo queste due persone di qua dal bancone e il barista di là. Anche il barista si versa un amaro e di certo neanche lui fa colazione.
– Adesso daranno la colpa a voi…- Fa il bucatino al romeno.
– È normale… si capisce… c’erano due romeni nelle bande e daranno la colpa a noi. Ma si è capito che cavolo andavano cercando da questo Angelo?
– Perché dagli altri? Angelo ora sta in coma e va bene, ma sono finiti tre italiani all’ospedale riempiti di botte… Qualcuno ha anche sentito urlare: “Italiani di merda, vi ammazzeremo tutti!”.- Dice il barista.
– Ma comunque pare per un affare di puttane qui sulla Tiberina (strada consolare che parte da Prima Porta e costeggia la Roma- Firenze). – Si ferma il bucatino e tira fuori una sigaretta dal pacchetto, poi continua: – Oh che volete che vi dica…gira voce che Angelo avesse rotto le scatole a due tre negre del giro di questi altri… questi l’hanno saputo e gli sono andati a fare la festa.
– Che roba… alle diciotto poi… davanti a tutti…- Fa il barista.
– Ieri la polizia è venuta là sotto il ponte… dove stiamo con gli altri…- Fa il romeno.
– Alle baracche…-Fa il barista.
– Alle baracche… e ci hanno detto che se non facevamo i nomi avrebbero dato una bella ripulita…

Il fatto qui narrato dalle tre persone nel bar è accaduto alla periferia nord di Roma la scorsa settimana. Qualche giornale ha riportato la notizia.

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