26 Maggio 2006. Dopo il grande successo delle prime settimane di incontri con la scrittura che hanno visto personaggi come Aurelio Picca e Marco Lodoli, continuano con grande entusiasmo le lezioni nella Biblioteca comunale di Frosinone.
Protagonista del quarto incontro Lidia Ravera, giornalista,scrittrice e sceneggiatrice divenuta famosa con il romanzo Porci con le ali scritto a quattro mani con Marco Lombardo Radice.
“La scrittura non è una sola”: questo il tema dell’incontro.
Lidia Ravera racconta di aver sperimentato tante scritture diverse: dalla narrativa alla sceneggiatura, dallo slogan pubblicitario al pezzo giornalistico. Si sofferma soprattutto a spiegare la differenza tra la scrittura narrativa e la sceneggiatura e racconta quali siano le difficoltà di passaggio tra l’una e l’altra riferendosi alla propria esperienza di scrittrice e sceneggiatrice. Lascia poi libero spazio al pubblico di decidere quale tra questi temi affrontare, un pubblico che non perde tempo a manifestare le proprie curiosità.
Gli interventi hanno aperto la discussione al tema dei legami familiari nella scrittura: “una scrittrice che io amo molto –racconta Ravera- diceva che chiunque sia sopravvissuto alla sua infanzia è in grado di scrivere un romanzo. Credo che i legami familiari siano lo scenario della tragedia, della commedia, del melodramma e della farsa. Sono le relazioni dentro le quali ci muoviamo con esiti diversi e che appunto coprono i quattro generi”.
Coerente e fedele ai suggerimenti di Flannery O’Connor, che ha accuratamente raccolto nei suoi quaderni di appunti, Lidia ha parlato inoltre dell’arte di scrivere racconti in termini di trama, personaggi e sensi: “la narrativa opera attraverso i sensi, e uno dei motivi per cui, secondo me, scrivere racconti risulta così arduo è che si tende a dimenticare quanto tempo e pazienza ci vogliono per convincere attraverso i sensi”.
L’incontro è stato anche occasione di suggerimenti per “scrittori principianti” che, come dice Ravera, spesso “infarciscono di emozioni i loro racconti, ma di chi siano queste emozioni spesso è difficile da determinare”.
Così la scrittrice suggerisce in pochi e chiari punti quali siano gli strumenti indispensabili per il narratore di storie, sottolineando però che non esiste un giusto modo di scrivere perché ognuno di noi deve riuscire a trovare il proprio.
L’incontro con l’autrice si conclude con un giudizio positivo sulle scuole di scrittura che, a suo parere, aiutano ad organizzare al meglio i propri pensieri e a caratterizzare una “scrittura intima”.