I seguenti consigli di scrittura del grande critico russo Viktor Sklovskij (Pietroburgo 1893, Mosca 1984, scrittore e critico. Uno dei più prestigiosi rappresentanti del formalismo russo. Tra le sue opere più importanti: L’arte come artificio, La mossa del cavallo, L’energia dell’errore) sono tratti dal bel libro Il mestiere dello scrittore e la sua tecnica, di Viktor B. Sklovskij, traduzione di Pia Pera, con i saggi di Vittorio Strada ed Emanuele Trevi, ed. Libri Liberal, Euro 10,33 pag.96, 1999.
Attualmente ci sono alcune migliaia di scrittori. Sono davvero molti…Questa di per sé non è una grande disgrazia, perché si potrebbero sempre costruire caserme speciali per gli scrittori…ma il problema è che in queste caserme agli scrittori mancherà il materiale di cui scrivere. Per poter scrivere è necessario avere un’altra professione, oltre alla letteratura, perché chi possiede una sua professione descrive le cose a modo suo. A leggere gli altri scrittori in modo disattento, senza scomporli, si finisce inevitabilmente con l’imitarli senza nemmeno rendersene conto. I manoscritti che finiscono nei cestini delle redazioni sono quelli che somigliano più di tutti alle opere letterarie di altri autori già pubblicati. Partecipavano a un laboratorio letterario, come allievi, una signora capitatavi per caso e un ragazzo che lavorava in fabbrica. La signora aveva scritto un racconto in cui elencava dettagliatamente tutti gli oggetti contenuti nella camera dell’operaio. Nella camera c’era capitata per fare un’inchiesta. Le cose venivano tutte elencate una per una, eppure non si ricavava affatto l’impressione di trovarsi in un ambiente reso angusto dagli oggetti presenti. Il ragazzo le disse: “Ma non si capisce affatto che ci si sta stretti” Lei si voltò verso di lui e gli rispose veloce: “Ma insomma, non vi rendete conto che non sono nemmeno riuscita a entrarci senza togliermi il manicotto”. “E allora scrivetelo”, ribatté il ragazzo, “in quel modo si capisce”. La tabella di marcia del proprio lavoro sarà approssimativamente la seguente: prima di tutto la cosa migliore è mettere a punto fin dall’inizio il soggetto del testo, delinearne l’imbastitura e stabilire quale sia il conflitto, la collisione, a partire dalla quale si svilupperà l’intera opera, dopodiché pensare a uno scioglimento.
Come va scelto un soggetto? Ecco un esempio preso dal taccuino di Cechov:
“Un giovane filologo ha appena terminato l’università; torna a casa nella città natale. Lo eleggono segretario di parrocchia. Non è credente, eppure va regolarmente a messa e si fa il segno della croce vicino a chiese e a cappelle, pensando che agire così sia necessario per il popolo, e che in questo consista la salvezza della Russia. Viene eletto rappresentante del consiglio di zemstvo, poi giudice di pace onorario, arrivano le decorazioni, una serie di medaglie – ed ecco che ha ormai compiuto 45 anni, e tutto a un tratto si rende conto di avere sempre fatto finta, di avere sempre fatto l’imbecille, ma ormai è tardi per cambiare vita. Un giorno, sogna uno sparo improvviso: “Che cosa fate?” – E lui salta giù dal letto in un bagno di sudore.”Qui il conflitto del soggetto si verifica tra il ruolo della persona e la sua personalità autentica.
Nel racconto di Kuprin Moloch viene descritto un uomo corpulento dopodiché si racconta che ballava la mazurka con scioltezza. E questa scioltezza di un uomo corpulento, la forza di un grassone introduce nell’intera descrizione un tratto vivo.
Nei taccuini di Cechov oltre agli schemi di soggetto troviamo annotati elenchi di cognomi. Alcuni cognomi sono appuntati due volte, di fianco ai cognomi spesso veniva scritto da Cechov anche il mestiere del personaggio che avrebbe potuto avere un cognome di quel tipo, oppure per cosa sarebbe potuto andare bene quel particolare cognome, per esempio per il genere vaudeville.
Anche Balzac aveva la consuetudine di annotare i cognomi strani che leggeva sulle insegne. Il romanziere francese racconta l’estasi provata al vedere sulla porta di una bottega proprio quel cognome di cui sognava: Z. Marcas. Dickens trovò bello e pronto il cognome Pickwick: un certo signor Pickwick aveva una carrozzeria a Bath. Molti cognomi li ha inventati, come dimostra l’attenta elaborazione a cui sono stai sottoposti alcuni di loro. Copperfield è passato attraverso vari stadi preparatori: Trotfield, Trotbury, Copperboy e Copperstone.
Non si tratta di descrivere tutto, bisogna anzi descrivere solo quello che gioca un ruolo nel testo considerato…Esaminiamo un dettaglio in Cechov. Prendiamo uno schizzo preparatorio tratto da un taccuino; si tratta della descrizione di una camera da letto: “la luce della luna batteva nella finestra in modo che si vedevano perfino i bottoni sulla camicia da notte”. Cos’ha di buona questa descrizione? Il fatto che il livello di luminosità della luce è trasmesso con un dettaglio caratteristico di una camera da letto.